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Frasi da ricordare: le migliori citazioni del 2022 su Hosco

da | CONSIGLI DALL'ALTO, CONSIGLI PROFESSIONALI, DONNE PROTAGONISTE DELL'OSPITALITÀ, LASCIATI ISPIRARE

Una delle cose che più preferiamo fare noi di Hosco è parlare direttamente con le persone che lavorano nel nostro settore, per coprire le loro storie. Dagli USA al Regno Unito, passando per l’Europa e il Medio Oriente, quest’anno abbiamo intervistato professionisti provenienti da ogni parte del mondo.

Alcune delle persone con cui abbiamo conversato lavorano in stabilimenti di fama mondiale, altre, invece, si sono lanciate nel mondo degli affari e hanno aperto la propria attività imprenditoriale. Nel corso di quest’anno, abbiamo avuto la fortuna di saperne un po’ di più su una variegata serie di lavori, dai baristi ai direttori delle vendite. 

Prima di lasciarci il 2022 alle spalle, abbiamo deciso di raccogliere alcune perle di saggezza che abbiamo ricevuto dai professionisti del settore turistico e alberghiero. Suggerimenti per vendere di più, utili consigli per tutto il settore, riflessioni filosofiche sul significato di ospitalità... continua a leggere e lasciati ispirare!

I consigli di Brian Silva, leggendario bartender di Londra, per gli aspiranti mixologist

“Preparatevi a fare da aiuto-barista e aiutare i bartender quanto più possibile. Preparatevi a controllare il ghiaccio, i bicchieri, i freezer e frigoriferi, e poi ricontrollare una seconda volta, perché, quando tutti gli ingredienti e i kit sono ben preparati, sapremo che quella persona è pronta per essere spostata a contatto con il pubblico, ed è una cosa davvero entusiasmante. 

È una di quelle competenze che è bene avere per il resto della propria vita, e il lavoro e i contatti non mancheranno mai. Sono quelle cose che faranno entrare in una comunità che è al tempo stesso globale e ristretta, e che consentiranno di girare il mondo. Quando una persona lavora per te da un po’ di tempo, sai quando è il momento in cui ti lascerà, ed è bellissimo vederla spiccare il volo”.

Manual Santos, veterano del settore alberghiero, su come diventare i migliori nel proprio campo

“In qualsiasi organizzazione si sente sempre dire: quello è l’hotel di punta, quello è il miglior direttore, quella è la persona più creativa dell’azienda, e quella persona ha i migliori risultati. Quando si inizia a lavorare in una nuova azienda, è naturale voler sapere quali sono le figure chiave di cui tutti parlano. 

Poi bisogna andare più a fondo. Perché si parla di queste persone? È per i risultati? Magari hanno lanciato un concept di successo, e così via. A questo punto, bisognerà posizionarsi al loro stesso livello, ed è un lavoro che richiede tempo, coraggio e strategia”.

Kimberly Brock Brown, executive pastry chef, e il modo migliore per trovare il primo lavoro nel settore

“Il mio consiglio principale è di non aspettare di finire la scuola per iniziare a lavorare. La cosa migliore da fare è trovare un lavoro in una cucina durante gli studi. In questo modo, al completamento del diploma, avrete già un’esperienza nel mondo del lavoro e sarete in grado di capire davvero come funziona una cucina. La scuola dà una conoscenza teorica, che è fondamentale, ma non potrà sostituire mai l’esperienza pratica in una cucina professionale.

Il mio secondo consiglio è quello di stringere quante più amicizie e contatti possibili nel settore, è una comunità piccola e se ci si fa conoscere come professionisti che lavorano con impegno e dedizione, sarà più facile trovare un buon lavoro”.

Il messaggio di Tommaso Dainotti, executive chef di Glovo, per chi muove i suoi primi passi nel settore

“Il consiglio più importante che voglio dare è fai sempre ciò che ti rende felice. 

Scegli il percorso che vuoi intraprendere, scopri cosa ti rende felice in quel preciso momento della tua vita e basa ogni tua scelta futura su quello. Perché un cuoco felice è un cuoco che cucina meglio, quindi se una persona si sente oggi di voler lavorare in un ristorante con una stella Michelin e poi domani si sveglia, vuole essere libero e si dice “vado ad aprire una gelateria” allora è questo quello che deve fare.

Segui i tuoi sogni e con la giusta applicazione di sicuro ce la potrai fare”.

I consigli per il successo di Ozgur Yucesan, direttore delle vendite internazionali

“Direi di concentrarsi sempre sull’impronta personale, perché sono le piccole cose a fare la differenza. È questa importanza verso la creazione di esperienze speciali a renderci professionisti del settore turistico e alberghiero, piuttosto che persone che prendono semplicemente un ordine o prestano un servizio. 

Credo che un’altra parte importante sia lo storytelling, soprattutto nel reparto vendite, perché, quando parliamo con il responsabile acquisti di un’azienda o con il gestore di un’agenzia di viaggi, gli raccontiamo una storia sull’esperienza che vivranno i loro clienti quando soggiorneranno da noi.

È riuscendo a creare questo rapporto di fiducia che si ottengono clienti fedeli a lungo, collaborazioni aziendali sostenibili. Ed è così che si crea una continuità negli affari e che è possibile mantenere un lavoro e la propria vita. 

Inizia tutto dall’ascolto. E, poi, dal raccontare una storia sul prodotto e sui servizi, evidenziando in che modo i clienti possono trarne beneficio. Ma, per creare un rapporto di fiducia, sarà necessario ascoltare davvero le necessità dei clienti e creare una proposta su misura, con alternative in grado di soddisfare i loro obiettivi e i loro requisiti”.

Il significato di ospitalità per Denys Courtier, direttore regionale delle vendite

“Passione, creatività e vocazione. Chi lavora nel turismo e nell’ospitalità è sempre su un palcoscenico. Puoi formare le persone a servire la clientela, a effettuare i check-in, a pulire le camere, ma rappresentare un valore aggiunto per questo mondo è essenziale.

Ad esempio, a Parigi non assumevamo personale proveniente dalle scuole alberghiere, ma ci rivolgevamo invece alle scuole artistiche, perché volevamo persone che sapessero come muoversi, come esprimersi e come adattarsi in base al cliente. Perché, per fare un esempio, i clienti americani sono diversi dai parigini, ecco perché è fondamentale capire le persone. È un fattore cruciale nel settore del lusso”. 

I consigli di Jovanka Tomasevic, event manager, per gli organizzatori di eventi novelli

“Vorrei dire che tutto arriva con il tempo e con l’esperienza. Non si può passare da una scuola alberghiera alla pianificazione di eventi su larga scala per un hotel 5 stelle nel giro di qualche mese. 

Bisogna essere pazienti e sapere che, con il duro lavoro, con l’esperienza e con la passione per ciò che si fa, le opportunità arriveranno. Bisognerà tenere gli occhi aperti per saperle riconoscere.

Non sarei mai arrivata alla posizione in cui mi trovo oggi, con la mia azienda di organizzazione di eventi, se non mi fossi impegnata, non avessi imparato e non avessi fatto esperienza in questo campo. Ho sempre accettato le nuove sfide che mi si presentavano, e questo mi ha aiutato ad acquisire molta conoscenza. La maggior parte dei miei attuali clienti sono persone che ho conosciuto quando lavoravo nei vari hotel”.

Le riflessioni del mastro birraio Matt Boder su come aprire e gestire il proprio locale

“Onestamente, a volte è un po’ caotico.

Il nostro locale è anche il luogo in cui produciamo tutte le nostre birre. Se il pub diventa molto affollato mentre lavoro alla produzione, devo lasciare il birrificio per mettermi dietro al bancone e dare una mano. 

Amo stare al bancone e servire i clienti ma, quando devo farlo mentre sono in fase di produzione, può essere stressante. Comunque, anche quando devo occuparmi del servizio, tengo sempre d’occhio il timer in modo da correre dietro nel birrificio quando devo.

Uno degli aspetti che preferisco del fatto di produrre la birra nel retrobottega del mio locale è che posso vedere di prima mano cosa ne pensano i clienti. È davvero incredibile poter produrre una birra e poi osservare le persone che la bevono in tempo reale.

Mi dà anche l’opportunità di parlare con i clienti e chiedere cosa ne pensano. Ottenere un feedback diretto mi aiuta moltissimo a capire cosa funziona e perché, così da poter continuare a proporre un prodotto per cui i clienti vanno pazzi”.

I suggerimenti di Tommy Hahs, esperto di birre artigianali, per aiutare i clienti a scegliere il prodotto giusto

“L’aspetto più difficile è che non tutti i consumatori di birra artigianale sono uguali. Da una parte, troviamo quelli che non sono particolarmente appassionati di birra ma, poiché si trovano a Portland, vogliono fare quell’esperienza. In mezzo ci sono i consumatori occasionali e abituali di birra, che bevono volentieri i prodotti artigianali ma non ne sono ossessionati. E, dall’altro lato, troviamo i veri intenditori, quelli che vengono qui per provare qualcosa di nuovo e di locale che sanno che non troveranno da nessun’altra parte. 

Il mio lavoro è cercare di capire a quale categoria appartiene ogni singola persona, per parlarle in termini comprensibili. La nostra offerta è molto vasta e tutti i clienti troveranno sicuramente qualcosa di loro gradimento. Il mio compito è aiutarli a orientarsi nel menu.

Ma cerco di non soffermarmi mai troppo a lungo. Ogni buon cameriere o bartender sa che, quanto più velocemente aiutano i clienti a scegliere, tanto prima riusciranno a fidelizzarli e a guadagnare mance più alte”.

Fefe Schillagi, gestore di una caffetteria, su ciò che rende interessante il lavoro di barista

“Credo che si avvicini molto al ruolo da bartender. Si servono delle bevande, si hanno dei clienti abituali, e le persone vogliono raccontarti i loro problemi. Mi trovo spesso nella classica posa: appoggiato sul bancone, mentre pulisco un bicchiere e ascolto la storia di qualcuno. A volte dobbiamo fare da psicologi.

Ma ciò che ci distingue dai bartender è il fatto che i baristi servono i clienti al mattino presto. Spesso non si sono ancora lavati i denti e non si sono vestiti bene per andare al lavoro. A volte, sono io la prima persona che incontrano al mattino. 

Questo mi consente di guardare ai miei clienti quasi come se fosse un esperimento sociale. Alcuni hanno davvero bisogno di bere un caffè, e cambiano umore se non lo fanno. Vedo persone che al mattino sono silenziose o fredde, ma poi tornano più avanti nella giornata e si comportano in maniera completamente diversa. 

Io leggo i tarocchi e mi interessa interpretare le cose in chiave mistica e astrologica. Ho sempre pensato che le fasi lunari influenzassero le persone, ma non ne avevo mai avuto le prove. Poi, nel corso dell’ultima eclissi, tutti non facevano altro che parlare di quanto si sentissero giù e di quanto poco avessero dormito. Non credo che esistano altri ruoli nel settore turistico e alberghiero che consentano tutto questo. Credo sia una caratteristica unica dei baristi che servono i caffè al mattino presto”.

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